mercoledì 27 dicembre 2017

                                                    IL RUOLO DELLE EMOZIONI


I processo motivazionali, emozionali interagiscono con quelli cognitivi e vengono chiamati DETERMINISMO RECIPROCO. esempio:
  • ASPETTI COGNITIVI percezioni pensieri ricordi
  • VALUTAZIONE E ATTRIBUZIONE DI SIGNIFICATO valori opinioni atteggiamenti
  • EMOZIONI gioia gratitudine amore ansia rabbia vergogna
Le emozioni sono processi complessi. Hanno un inizio, una durata ed una fase di attenuazione. Possono avere una causa esterna (il complimento di un amico) e/o interna ( il ricordo di un amore sfumato). Implicano diverse componenti: modificazioni a livello fisiologico (esempi: aumento della pressione sanguinea, della frequenza respiratoria, della tonicità muscolare, occhi a palla, gambe che fanno Giacomo-Giacomo, viso paonazzo, stomaco in subbuglio, “cagotto”) dovute all’attivazione del sistema nervoso centrale (funzioni superiori della corteccia), del sistema endocrino (un esempio è l’aumento dell’ormone cortisolo nel sangue, detto volgarmente l’ormone dello stress) e del sistema nervoso autonomo; una componente cognitiva (mentale) rappresentata dall’analisi e dalla valutazione della situazione all’interno della quale è stata provata l’emozione; una componente espressivo-comportamentale ( salto di gioia, pugno in un occhio, fuga a gambe elevate, bacio appassionato); e, chiaramente, una componente affettiva ( gioia, tristezza, ansia, imbarazzo, etc.).Il sistema nervoso autonomo, sopra menzionato, come dice il nome, non è sotto il nostro controllo. E’ costituito da due sottosistemi tra loro agonistici che si chiamano parasimpatico e simpatico. La cosa  ironica, per non dire paradossale, è che è  proprio l’attivazione del sistema denominato “simpatico” a determinare reazioni fisiologiche considerate culturalmente poco piacevoli, soprattutto se manifestate di fronte ad altri, quali diventare tutti rossi, tremare al punto da non riuscire a bere un caffè, sudare le sette camice o balbettare.
Le emozioni svolgono fondamentali funzioni adattive:
  • Determinano le risposte fisiologiche, cognitive e comportamentali adeguate ad affrontare la situazione che le ha determinate: per esempio la paura predispone fisicamente e mentalmente  ad un evitamento dell’evento che l’ha suscitata; la rabbia sollecita una reazione difensiva nei confronti di un danno subito ritenuto ingiusto.
  • Orientano l’esplorazione dell’ambiente fisico e relazionale all’interno dei quali si vive, nel senso che le emozioni positive sollecitano l’avvicinamento a ciò che le ha determinate, e quelle negative un allontanamento.
  • Regolano le relazioni interpersonali ed affettive con gli altri: è più probabile, per esempio, che si decida di trascorre una vacanza con una persona che diverte piuttosto che con una  che fa venire l’acido lattico alle orecchie.
  • Comunicano agli altri significativi i propri stati interni.
  • Sostengono i processi di apprendimento: è più facile ricordare la canzone del nostro cantante preferito, quello che da anni ci conforta con le sue melodie e i suoi versi, che il teorema di Pitagora che con tono austero ci aveva spiegato alle medie l’insegnante di matematica.
  • Favoriscono i processi decisionali e la formulazione di valutazioni: tendenzialmente una cosa che piace perché alimenta un’emozione di gioia viene giudicata desiderabile e ricercata; una che invece determina angoscia viene ritenuta da evitarsi.
Ormai da diversi anni si è familiarizzato con il concetto di “intelligenza emotiva”. E’ una delle diverse intelligenze che abbiamo in dotazione: l’idea di intelligenza come funzione cognitiva unitaria è ormai superata. E’ stata dimostrata l’esistenza di diverse tipologie di intelligenza. Tra queste ci sono le seguenti: linguistica, matematica, motoria, musicale e interpersonale. Ogni persona per predisposizione, e a fronte del proprio personale percorso evolutivo, va più forte in alcune e meno in altre.

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